Documentati in occasione del 45° della Camera di Commercio Italo-Russa presieduta da Rosario Alessandrello
IN PIENO SVILUPPO I RAPPORTI TRA ITALIA E RUSSIA
L’interscambio, in un anno, è aumentato del 46%. Ma non c’è solo industria. Grande rilievo hanno anche i rapporti culturali. Colombo Clerici (Assoedilizia) sottolinea “l’apporto dei restauratori italiani – i più qualificati al mondo – al recupero dell’immenso patrimonio russo di edifici, chiese, monumenti; mentre anche la tecnologia edilizia italiana è attivamente presente in quel Paese.”
Benito Sicchiero
Erano gli anni in cui capitalismo e comunismo si fronteggiavano al riparo di un nugolo di missili armati con testate atomiche. Ma già, di qua e di là della cortina di ferro, alcuni uomini lungimiranti e di buona volontà dialogavano per il benessere comune: nell’aprile 1964 venne costituita, su proposta del presidente dell’Urss A.N. Kossigyn e con l’impegno di Vittorio Valletta (Fiat) e di Franco Marinotti (Snia Viascosa) la Camera di Commercio Italo-Sovietica che nei mesi scorsi, con il nuovo nome – adeguato alla mutata realtà geopolitica – di Camera di Commercio Italo-Russa, ha compiuto i 45 anni. Oggi è guidata dall’ing. Rosario Alessandrello e conta più di 200 soci italiani e russi.
Nome cambiato, ma immutati gli obiettivi, gli stessi fin dall’epoca zarista: la cooperazione tra i due Paesi. Gli imprenditori conoscono bene le responsabilità e le difficoltà alle quali si deve far fronte nell’avviare un’attività al di fuori del proprio Paese: si tratta di decisioni importanti per un’azienda, che richiedono una consulenza mirata ed un supporto specialistico spesso non facili le da reperire.
“In tale ottica – scrivono i presidenti Vladimir Putin e Silvio Berlusconi – la Camera di Commercio ltalo-Russa rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per chiunque intenda accedere al mercato russo, e per gli operatori russi che vogliano investire in Italia. Grazie all’esperienza maturata in 45 anni di attività, i suoi membri e i suoi dirigenti assicurano un impegno fattivo per lo sviluppo della cooperazione economica e commerciale, quale corollario del nostro legame di amicizia sempre più stretto”.
Cooperazione che si può riassumere in alcuni dati: nel 2008 l’interscambio commerciale è stato di 52,8 mld di dollari con un aumento del 46% rispetto al 2007, aumento che ha fatto acquistare 7 punti nella graduatoria degli investitori italiani (dal 19° al 12° posto). Sono 500 le imprese italiane stabilmente insediate in Russia, 900 imprenditori, 15 istituti bancari e 39 tra associazioni ed enti.
Le esportazioni russe verso l’Italia vedono predominare le materie prime (93% del totale); le importazioni dall’Italia riguardano prevalentemente macchinari, mezzi di trasporto, prodotti chimici, generi alimentari, prodotti tessili e metallici. Fiorisce la ricerca di vie innovative allo sviluppo che intende combinare le più recenti tecnologie russe e le esperienze italiane ad alto contenuto tecnologico: ne sono i più qualificanti esempi il progetto Superjet 100 tra Alenia (Finmeccanica) e Sukhoj, la joint-venture Vertolety Rossii AgustaWestland per gli elicotteri A119 e AW139 e l’accordo Gazprom-Eni per realizzare il gasdotto South Stream. E impegnati in importanti produzioni in Russia ci sono Fiat, Pirelli, Tecnimont, Indesit, Marazzi, Ferrero, Lucchini, Paolini e Bertoli, Erg. Renova, per citare.
La struttura del mercato russo si è modificata negli ultimi otto anni e, nonostante la recessione, i parametri fondamentali rimangono alti in qualsiasi condizione: la Russia è il più grande Paese d’Europa, ha un mercato enorme che può accogliere grandi quantità di merci ed un notevole potenziale, ancora non realizzato, di uomini e materie prime.
Ma non è solo con gli affari che si può ritenere esaurito il rapporto tra due grandi Paesi di antica civiltà.
C’è, ad esempio, il turismo: circa 400.000 sono stati nel 2008 i russi che hanno visitato l’Italia; vi è la dimensione spirituale, esaltata dalla recente cessione da parte del governo italiano alla Russia della Chiesa Ortodossa di Bari.
“I restauratori italiani, i migliori al mondo – aggiunge il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici – contribuiscono al recupero dell’immenso patrimonio russo di palazzi, monumenti, chiese; mentre anche la tecnologia edilizia italiana, all’avanguardia nel mondo intero, è attivamente presente.”.
Vi è un intenso interscambio culturale – musica, canto, pittura, letteratura, – scientifico e sportivo, di cui parla esaustivamente il volumone bilingue “Italia-Russia, 45 anni di cooperazione” pubblicato dalla Camera di Commercio. Vi hanno scritto, tra gli altri, i già citati presidenti Putin e Berlusconi, i ministri dello Sviluppo Nabiullina e Scajola, il ministro dell’Industria Khristenko e dell’energia Shmatko, gli ambasciatori plenipotenziari Meshkov e Surdo, i presidenti delle Camere di Commercio e di Unioncamere Primakov e Dardanello, i rappresentanti commerciali delle due comunità Shengelija, Titov e Strianese.
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